SMART WORKING DA APPROCCIO AD ESIGENZA.
Un lavoratore “agile” padrone della propria vita
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La peste, quella di Atene del 400 a.C, quella bubbonica dell’Impero Bizantino a quella Nera (che colpì il 60% della popolazione Europea). Il vaiolo in America e l’HIV come epidemia di massa. La SARS in Cina.
Ognuno di questi ha avuto degli effetti sociali ed economici che hanno, a loro modo, contribuito a modificare le abitudini, gli stili di vita, il commercio e il lavoro.
E il Covid19? Una situazione utopica è diventata realtà e per i prossimi mesi sarà impossibile rientrare con le stesse abitudini, almeno fino a quando non verrà trovato un vaccino: ma, proprio come avvenuto nel passato, tutto questo costituirà una sterzata verso un nuovo stile di vita per il futuro a venire.
Una visione rosea prevederà comunque la riorganizzazione di molte PMI (piccole medie imprese), l’abbandono di spazi commerciali in favore di una vendita sempre più a distanza (questo già come avvenuto dopo la SARS in Cina), la capacità di molti liberi professionisti a “reinventarsi” il proprio lavoro: grandi difficoltà (con le quali tutti dovremo scontrarci) ma anche nuove opportunità lavorative e sociali.
Sembra un’eternità, ma poco più di 250 anni fa, la costante innovazione della scienza ha richiesto da un momento all’altro (Rivoluzione Industriale), che i lavoratori si concentrassero in fabbriche e che il loro tempo diventasse denaro: non si poteva più scegliere quando lavorare (pena sanzioni o licenziamento); la fabbrica nata anche per monitorare il lavoro… tutto questo incontrò molte resistenze dei lavoratori e, dopo battaglie e diritti acquisiti, oggi è normale dedicare 8/10 ore al giorno e “rinunciare” a gran parte della propria vita e dei propri interessi.
I ritmi ci impongono che “non se ne può fare a meno”, ma questo potrebbe migliorare…
Chi oggi non ha scaricato ZOOM, SKYPE o GOMEETING si sente “escluso” dalla comunità; sono nati gli Aperitivi Virtuali e si cena in famiglia a distanze elevate: si gioca e si chiacchiera forse più di quanto si faceva prima, si condivide, si ride, si piange e persino ci si abbraccia (virtualmente).
Sentiamo e leggiamo tutti i giorni di Smart Working, ma non dobbiamo confonderlo con Home Working: sono stati ricavati spazi “assurdi” nelle nostre case per lavorare in tuta e ciabatte (non solo camerette e soggiorni, ma si vedono sottoscala, balconi e addirittura bagni); se prima erano il 5% della popolazione italiana a conoscere il “lavoro agile” ora, se escludiamo sanità e alimentari, siamo il 100%.
Siamo pronti per affrontare la ripresa con le restrizioni e le cautele che ci verranno imposte?
Dovremo trovare un giusto equilibrio analizzando le difficoltà economiche, le modalità di accesso alle strutture.
Il CV19 sarà per tutti noi lo stress Test più imponente dopo la Rivoluzione Industriale: in Italia in pochi giorni abbiamo dovuto fare un balzo di circa 20 anni, pigiando su un acceleratore che già si era messo in moto, ma da scelta è diventata necessità!
Prendendo come esempio i Pesi bassi, patria del part-time e della flessibilità lavorativa, si nota come in 10 anni c’è stato un raddoppio dei lavoratori in smart working (differente dal lavoro da casa!).
Gli Smart Worker (lavoratori agili) in Italia nel 2018 erano circa 480.000 (su 23milioni!), gli stessi che, secondo i sondaggi, si distinguono per maggiore soddisfazione per il proprio lavoro (non è difficile comprenderlo) e maggior padronanza di competenze digitali.

Sotto il profilo socio-demografico, gli Smart Worker sono ancora prevalentemente uomini, appartenenti alla generazione tra i 38 e i 58 anni, e residenti nel nord ovest del Paese. Ora c’è una presa di coscienza, nata da una forza esterna (CV19), nel modificare il nostro processo lavorativo, non solo per i lavoratori autonomi ma soprattutto per le PMI (piccole medie imprese) che dovranno affrontare la possibilità di poter coordinare gli accessi ai propri spazi comuni o dare la possibilità ai propri dipendenti di svolgere il “lavoro agile” (negli ambiti dove sia possibile naturalmente), disintegrando quanto nato dalla Rivoluzione Industriale dopo 250anni e aprendo 2 scenari: – da casa: adeguando spazi con relativi costi e riduzione di ambienti abitabili per la famiglia – ovunque: indurrà a cercare uno spazio extra residenziale, che sia sede di una community con confronti e stimoli differenti, opportunità e valore di aggregazione di talenti e competenze svariate
Entrambe le soluzioni permetteranno di avere orari flessibili, di poter dedicare maggior tempo ai propri interessi e alle proprie famiglie (non dovendolo spendere per gli spostamenti verso una sede di lavoro “scomoda”).
Il balzo che dovremmo fare dovrà partire da una consapevolezza che già ha visto una crescita spontanea con le PMI tra il 2018 e il 2019, seppur molto lontana dai numeri che dovremo imporci:

La necessità di luoghi volti ad ospitare freelance, lavoratori dipendenti, nuovi lavoratori e lavoratori part-time indurrà l’utente a ricercare spazi con servizi quali:

  • accessi autonomi e programmabili per esigenze di distanze
  • postazioni come uffici satellite per lavoratori fuori sede
  • punti strategici dal punto di vista della visibilità
  • facilmente accessibili ma connessi al centro città ed a snodi ricchi di servizi così da conciliare la vita lavorativa a quella privata
  • “commuting working”, per i pendolari cosicché possano usufruire solo per alcuni giorni a settimana
  • workplace dotati di comfort moderni e tecnologici
  • distanti dai centri città (da dove molti lavoratori partono): oggi in italia 1/3 degli spazi dedicati allo smart working ha sede in città con meno di 50mila abitanti.

In questa realtà assisteremo, probabilmente, all’acquisizione di importanza dei COWORKING che dovranno adeguarsi (chi non lo è) alle direttive, alla sicurezza in ambito lavorativo con alla presenza di dispositivi di sicurezza comune, agli accessi e tutto quando fondamentale.

Coworking community di cui qualsiasi lavoratore in qualsiasi ambito (soprattutto dopo un periodo di “solitudine forzata”) ha necessità per crescere.
Coworking place adeguato ed attrezzato a svolgere un lavoro agile.
Coworking training Per la crescita della propria professione.